Costi della politica: uno specchietto per le allodole

Puntare tutto sui tagli alla politica ha poco senso.

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630 Deputati e 315 Senatori. Questi sono i numeri che “ci rappresentano”.

Per quanto riguarda il loro stipendio mensile, esso è difficile da calcolare. Varie sono le cifre ufficiali che appaiono sui giornali e l’ultima commissione istituita da Berlusconi (e mantenuta da Monti) nel 2011, per valutare e confrontare le indennità dei nostri parlamentari con quelli della Comunità Europea, si arrese nell’Aprile del 2012.

Enrico Giovannini  che presiedeva la commissione affermò:

“Nonostante l’intenso lavoro svolto nei mesi scorsi, i vincoli posti dalla legge, l’eterogeneità delle situazioni riscontrate negli altri paesi e le difficoltà incontrate nella raccolta dei dati non hanno consentito alla Commissione di produrre i risultati attesi.”

La Commissione Giovannini gettò la spugna per i troppi paletti posti dal Parlamento. Impossibile confrontare in maniera attendibile gli stipendi dei nostri onorevoli con quelli dei colleghi dei paesi stranieri più rappresentativi.

Tanti sono i link che vengono condivisi sui social network che cercano di generare “orrore” per le cifre astronomiche che vengono sborsate, ogni mese, ai nostri rappresentanti.

Valutando il Rapporto Istat troviamo che, noi cittadini, paghiamo mensilmente: 11.283 euro per un deputato e 11.550 euro per un senatore.

Moltiplicando per 12 mesi e per il numero totale di deputati e senatori troviamo che il costo, solo in stipendi, è pari a circa: 129 milioni di euro.

E’ vero c’è anche la diaria. Secondo la Commissione Giovannini corrisponde a circa 3500 euro al mese (la Germania ci batte con 3984 euro). Non è sempre data interamente ma viene calcolata in base alle presenze (200 euro meno per ogni assenza). Non considerando quest’ultimo dettaglio, calcolando quindi in eccesso, arriviamo (facendo le opportune moltiplicazioni e somme) al costo totale di: circa 133 milioni di euro (stipendi compresi).

Poi ci sono i benefit. Altro argomento che “scandalizza” noi poveri cittadini. In questo caso è nata una vera difficoltà per la commissione per riuscire a quantificarli. Ne risulta che:

“La libera circolazione ferroviaria, autostradale, marittima e aerea consentita dall’apposita tessera di cui viene dotato il deputato e il senatore appena mette piede a Montecitorio e Palazzo Madama, non ha corrispettivi in altri paesi.”

Solo per il trasporto: 1.331 euro al mese a rappresentante. Rimborso spese telefoniche: 258 euro mensili. Dotazione informatica: 41 euro mensili.

Le altre spese per benefit (certificate e non condivise da qualche passaparola sui Social Network) non sono quantificabili.

Se prendiamo per corretto quello che afferma il sito Dagospia, ogni parlamentare italiano guadagna: 20.486 euro (comprese le spese per i portaborse).

Facendo un rapido calcolo, ci costano ogni anno circa: 233 milioni di euro.

Ipotizziamo di dimezzare gli stipendi. La spesa scenderebbe a 117 milioni di euro circa. Cosa farci? Ben poco.

Anche se togliessimo tutto (quindi se lavorassero gratuitamente) il risparmio sarebbe di 233 milioni di euro annui.

Le cifre sparate da Matteo Renzi (1 miliardo di euro risparmiati) riguardano: dimezzamento stipendi, dimezzamento parlamentari (scendere a 500), benefit tolti, pensioni ridotte, tagli ai consigli regionali, agli enti provinciali etc. etc.

Ipotizziamo per assurdo (perchè non è così semplice) che ci riesca. Cosa fare con 1 miliardo di euro?

  • La spesa sanitaria del servizio pubblico è pari (dati Istat 2012) a: 110,8 miliardi di euro.
  • La spesa pensionistica è pari a (dati Istat anno 2011): 265 miliardi di euro.
  • Il calo di un punto Irpef per l’aliquota più bassa, costa (dati 2011 sull’ultimo emendamento al riguardo): 4 miliardi di euro.
  • Spesa statale per gli ammortizzatori sociali (dati Uil 2012): 22,8 miliardi di euro
  • Spesa Istruzione (dati commissione Senato): poco più di 40 miliardi di euro.

E via discorrendo.

Quello che mi vien da pensare è che “il taglio dei costi della politica” rappresenti solo un tema demagogico molto utile per incamerare voti. totalmente irrisorio per quanto riguarda l’equilibrio del Bilancio Statale.

Non c’è colore politico che non spenda gran parte del suo tempo a “promuovere” tale battaglia. Stranamente la stessa verve non la utilizzano per mirare al vero obiettivo: gli sprechi.

Se ne parla, ogni tanto si grida allo scandalo, ma quel che conta è: “tagliare i costi della politica”.

E’ come se una nave avesse una falla ed invece di pensare a come ripararla, ci armassimo di secchiello per rimuovere l’acqua.

Non sono contrario a dare uno stipendio ai politici. Non sono contrario neanche ad eventuali rimborsi spese (causa trasporto). Basta che lo stipendio sia paragonabile ad un impiegato, che ognuno di loro ricopri solo una carica e che tale stipendio fosse valutato in base alle presenze. Poi se non combina niente, allora dev’esser sostituito. Non si deve passare da un eccesso all’altro (gridando al lavoro gratuito).

La rabbia e l’emotività spesso incidono troppo sulle nostre scelte. Quando si tratterà di dover eleggere un nuovo rappresentante, non votate il male minore o il populista di turno. Votate basandovi su quella logica che spesso sbandieriate quando notate l’assurdità dei nostri politici.

Non si può essere semplici moralisti delle parole. Bisogna “pretendere” il cambiamento.

Odisseo

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